Paracadutista


Vi furono uomini che nel sudore,nel sangue, nella paura,
nel diuturno impegno a meritarsi il rispetto di se stessi,
ebbero la ventura di riconoscersi nel nome
FOLGORE !

 

Come FOLGORE dal cielo …… come NEMBO di tempesta

(El ALAMEIN)

“Fra le sabbie non più deserte son qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore: fior fiore di un popolo e d’un esercito in armi.  Caduti per una idea, senza  rimpianto, onorati  nel ricordo  dello stesso nemico, essi  additano agli italiani, nella buona e nella avversa fortuna, il cammino dell’onore e della gloria”. Viandante, arrestati e riverisci.
Dio degli eserciti, accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell’angolo di cielo che riserbi ai martiri ed agli eroi”.

Caporal Maggiore Paracadutista
Pieroni Sergio

13 Lanci  Militari Totali. (Velivoli CH47  G222  C130 AB205 )
1 Emergenza con irvin 80 .
2 Lanci da Pallone Vincolato 150 m di quota .(senza emergenza)

13 Marzo 1987
Incorporamento  Battaglione Poggio Rusco 7° Compagnia 3° Plotone II° Squadra
Corso di Paracadutismo  S.M.I.Par
Brevetto Paracadutista militare n°113208
Aggregato O.M. Livorno per Corso Aiutante Sanità
Effettivo 26° Squadrone Aviazione Leggera Esercito
Aggregato 9° Reggimento Incursori Col. Moschin  Livorno
Inviato in Belgio per corso Commandos presso Schaffen
Qualificato Commandos a Merce Le Dame (B)
Brevetto Paracadutista militare Belga
Congedato in data  03 Marzo 1988

 

BRIGATA FOLGORE.

Questa Unità può essere considerata il fiore all’occhiello dell’Esercito Italiano. Essa è l’erede spirituale e materiale della gloriosa Divisione Folgore e di tutti quei Paracadutisti che in 60 anni le Scuole Militari di Paracadutismo hanno espresso da Castel Benito (Libia 1938), Tarquinia (1940 – 1943), Tradate (1944 – 1945), Roma (1946 – 1950), Viterbo (1950 – 1957) fino a Pisa dal 1957 in poi.
Queste Scuole hanno, in ogni tempo, addestrato e qualificato Uomini che sempre posero a confronto, con le loro qualità singolari, valore, abnegazione, spirito di sacrificio, sia in guerra che in pace.

Nelle battaglie di El Alamein (1942), Taktuna (1943), Poggio Rusco, Filottrano, Nettuno (1944 – 1945) i paracadutisti hanno scritto pagine sublimi di eroismo; migliaia di essi hanno immolato la loro giovane vita, sono rimasti mutilati o feriti. Le seguenti decorazioni al Valor militare ne sono la più eloquente testimonianza: 9 Ordini Militari d’Italia (o di Savoia)
60 Medaglie d’Oro al V.M.
410 Medaglie d’Argento al V.M.
417 Medaglie di Bronzo al V.M.
465 Croci di Guerra al V.M. Anche in tempo di pace mai è mancata la disponibilità dei Paracadutisti per compiti di ordine pubblico in patria e di mantenimento della pace all’estero. Le missioni di pace in Libano, Iraq, Bosnia, Somalia, Mozambico ed Albania, più le operazioni di ordine pubblico a Milano (1948), Trieste (1953), Sicilia e Sardegna negli ultimi anni sono ulteriori testimonianza della professionalità dei Paracadutisti; ad esse si aggiungono gli innumerevoli interventi umanitari a favore delle popolazioni civili colpite da calamità naturali (terremoti ed alluvioni). Dove incombe un pericolo è il Paracadutista fra i primi a rappresentare l’Italia, con slancio ed abnegazione. Durante una visita ai Paracadutisti qualcuno disse: “Voi siete gli arditi del Cielo e della Terra” e mai definizione fu più appropriata.

 INCURSORI PARACADUTISTI.   9° REGGIMENTO

Unico reparto di forze speciali dell’Esercito Italiano, il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti svolge da tempo un ruolo cruciale nel turbolento mondo post bipolare, in cui l’odio etnico, il fanatismo religioso e gli squilibri economici e demografici creano sempre nuove minacce. Basato nella caserma Vannucci di Livorno, Il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” è l’unico reparto di forze speciali in senso stretto dell’Esercito Italiano. Nella sua qualità di strumento dedicato al conseguimento di obiettivi di carattere essenzialmente strategico-operativo, inquadra personale particolarmente selezionato, addestrato ed equipaggiato, in grado di assolvere qualsiasi tipo di missione speciale:

  • Azioni Dirette: incursioni e sabotaggi da condursi con modalità non convenzionali contro obiettivi di elevato valore oltre le linee, in territorio nemico o occupato dal nemico

  • Sorveglianza e Ricognizioni Speciali: operazioni Humint volte alla raccolta di informazioni, sempre di valenza strategica,  per la ricognizione in profondità a profitto dei più alti comandi e per l’accertamento dei danni apportati.

  • Assistenza Militare, che si concretizza nella collaborazioni addestrativa ed operativa con forze alleate ed amiche, come accaduto recentemente con reparti giordani e maltesi.

  • A queste si sono aggiunte, negli odierni scenari, ulteriori missioni secondarie, che hanno assunto, per la loro valenza politica, elevato valore strategico. Sono le operazioni NEO, Non-combatant Evacuation Operations, per l’evacuazione di connazionale da Paesi a rischio, ed il concorso agli interventi contro il terrorismo e per la liberazione di ostaggi, in Italia per particolari situazioni che richiedano un numero di operatori tale da saturare le capacità di GIS e NOCS, ma soprattutto all’estero. E ancora il Combat SAR, per l’individuazione ed il recupero di piloti abbattuti oltre le linee e la guida di munizionamento terminale a profitto dell’Aeronautica, o comunque la direzione del tiro amico in profondità, da qualunque sorgente terrestre, aerea o navale esso provenga. L’elevato addestramento degli operatori, il loro bagaglio di conoscenze militari, tecniche e linguistiche, la loro esperienza operativa nei più disparati scenari di impiego, la loro abitudine a dosare l’uso della forza per evitare danni collaterali, li rende inoltre gli elementi più indicati cui affidare ruoli chiave nelle fasi iniziali e “calde” di una operazione di peacekeeping, quando è richiesta sia un’elevata preparazione militare sia una forte capacità diplomatica per sedare situazioni di tensione. La loro esperienza risulta poi preziosa nei comandi di forze multinazionali, quali elementi di collegamento e per il supporto alle operazioni psicologiche volte ad ottenere il consenso delle popolazioni. Per questi motivi i vertici dell’Esercito hanno deciso un progressivo potenziamento degli organici del Reggimento, accogliendo le proposte avanzate in tal senso dal Nucleo FOS per il coordinamento delle Forze per Operazioni Speciali, istituito nel 1998 presso lo SME allo scopo di pianificare l’organizzazione, i compiti, la dottrina operativa, l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze per operazioni speciali.

26° Gruppo ” GIOVE “

Il 26° Gruppo Squadroni Cavalleria dell’Aria “Giove”, su due squadroni elicotteri da ricognizione, è di stanza a Pisa, presso l’Aeroporto Militare in cui è schierata la 46^ Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare. Gli uomini del 26º sono in massima parte paracadutisti transitati nella Cavalleria dell’Aria. Il 26º ha partecipato alle operazioni condotte dalla Brigata in Italia e all’estero.

Il Gruppo trae origini dalla Sezione Elicotteri di Uso Generale (S.E.U.G.) costituita il 1º luglio 1966 sull’aeroporto militare di Pisa e posta alle dipendenze della Brigata paracadutisti “Folgore” con lo scopo primario di fornire alla Grande Unità un vettore aereo capace di garantire l’eventuale elitrasporto di traumatizzati nel corso della normale attività aviolancistica dei Reparti e della Scuola militare di paracadutismo.
Nel luglio del 1967 la S.E.U.G. diviene Reparto Aviazione Leggera della Brigata paracadutisti “Folgore”.
Nel 1975, nell’ambito della ristrutturazione delle Unità dell’Esercito, il R.A.L. assume la denominazione di 26º Gruppo Squadroni ALE (acronimo di Aviazione Leggera dell’Esercito) “Giove”, modificata nel 1993 in 26º Gruppo Squadroni AVES (acronimo di Aviazione dell’Esercito) “Giove”.
Dal 1° Gennaio 2000 l’Aviazione dell’Esercito transita al completo nell’Arma di Cavalleria divenendone una specialità. I reparti perdono l’acronimo AVES dal loro nome e divengono di “Cavalleria dell’Aria”.