Eroe

 

Com.te Pilota Carlo FAGGIONI
Carrara 26 Gennaio 1915
Mediterraneo Centrale
 11 Marzo 1944 
   

MOTIVAZIONE MEDAGLIA D’ORO

” Insuperabile Comandante di reparti Aerosiluranti, in quattro anni di guerra combattuta senza pari, con entusiasmo senza limiti, si  prodigava  oltre ogni possibilità coprendosi di Gloria.
Cinque Medaglie d’Argento, tre di Bronzo ed una promozione per merito di guerra testimoniano il suo Valore.
Oltre  centomila tonnellate  di naviglio colpito  ed affondato sono il suo pegno d’onore .Nella ripresa d’animi e di macchine ,dopo l’8 settembre, con fede indiscussa  ricostituiva e veniva proposto alcomando del 1° Gruppo Aerosiluranti .
Sempre Primo nella lotta, si prodigava ancora con l’animo e col cuore al di là del proprio dovere , lanciandosi contro il nemico che calpestava il suolo della Patria.
Il mare di Roma vedeva ancora i rossi bagliori  delle navi da lui colpite.
In questa epopea di  eroismo si gettava per l’ultima volta  in un infernale sbarramento di fuoco guidato soltanto dalla sua fede che non ha mai tremato ne conosciuto sconfitta .
Nel sovrumano intento di raggiungere le unità nemiche, sorpassava l’impossibile barriera  che guarniva sul mare  e sulla terra la testa di  ponte di  Nettuno, colpiva ancora non ritornando da quel mare che già conosceva le sue  gesta di vittoria . Suggellava così il suo smisurato valore, la sua fede incrollabile, le sue virtù di combattente , come esempio agli eroi ed a vanto della rinata Patria nostra “

Cielo del Mediterraneo Centrale – Testa di Ponte Nettuno
10-11 Marzo 1944

Articolo sul ritrovamento

Ritrovamento relitto

 Filmato

         Savoia Marchetti S.M. 79    ” Il Gobbo ”

Scheda Tecnica Veivolo:

Nome: Savoia Marchetti S.M. 79 Sparviero
Anno: 1934
Primo Volo: 8 Ottobre 1934
Caratteristiche: Bombardiere medio monoplano
Equipaggio: 4 – 5 uomini
Apertura alare: 21,20 mt.
Lunghezza: 15,80 mt.
Superficie alare: 61,70 mq.
Motore/i: 3 Alfa Romeo 126 R.C. 34 da 582 kw ( 790 CV )
Armamento: 3 mitragliatrici da 12,7 mm e 1 mitragliatrice da 7,7 mm
Armamento di caduta: 1250 kg di bombe interne
Peso massimo al decollo: 10500 kg
Velocita’ massima: 430 km/h a 4000 mt.
Autonomia operativa: 1900 km.
Produzione: oltre 1200 esemplari

 

 

Erano chiamate:” Sorci Verdi” le squadriglie del 12° Stormo alludendo alle loro incredibili imprese. Nati nel 1937, avevano in breve conquistato una vasta popolarità anche all’estero. Venne da tutti ritenuta eccezionale, nel 1938, la traversata Guidonia-Dakar-Rio de Janeiro, e la vittoria, l’anno precedente, alla Istres-Damasco-Parigi.  Sulle fusoliere degli SM-79 dello stormo i montatori avevano provveduto a stampare tre sorcetti verdi ritti sulle zampette posteriori. Questo distintivo si richiamava ad una esercitazione effettuata dal Reparto da Bombardamento cui appartenevano i piloti dei velivoli della gara e della crociera- Il 12° Stormo- nel cielo di Roma, Dove gli SM 79 simulanti un’attacco sulla capitale erano riusciti a sfuggire ai Fiat GR 32 della caccia, che avrebbero dovuto intercettarli. Da qui l’emblema, a significare che i bombardieri avevano fatto vedere i ” Sorci Verdi” a quelli della caccia. Nell’ultimo conflitto, il 12°Stormo, divenuto:” Bombardamento veloce al comando del Gen. Gennaro Giordano,  fu praticamente presente in tutto il Mediterraneo, come Bombardiere e aerosilurante  con il suo famoso 41° Gr, al comando, prima, di Ettore Muti- Cattivo pilota ma grande fegato- e, poi, di Massimiliano Erasi).

 

Aeronautica Nazionale Repubblicana

Dopo l’8 settembre per i piloti che decisero di rimanere al nord l’ordine emanato dai tedeschi era chiaro:

“Tutti gli ufficiali, sottufficiali ed avieri, e tutti gli appartenenti all’Aeronautica scioltasi, che finora non sono stati arruolati debbono presentarsi in divisa fra l’1 ed il 5 ottobre, al campo d’aviazione di Malpensa (Gallarate) per essere riassunti ed impiegati nell’Aeronautica tedesca”

Ma ai reduci della Regia la frase “per essere riassunti ed impiegati nell’aeronautica tedesca” non piaceva affatto; erano soldati italiani e tali volevano rimanere. Poi il 14 ottobre, il colonnello Botto emanò un chiaro bando, che venne diffuso anche per radio:

Dispongo che tutto il personale appartenente a tutte le categorie e specialità dell’Aeronautica, esclusi i graduati e gli avieri di governo, già in servizio il giorno 8 settembre, debba intendersi richiamato in servizio alla data di pubblicazione del presente bando.

Il personale comunque residente nel territorio della 1° Squadra Aerea si presenti al Comando di detta Squadra in Milano o al Comando del Presidio Aeronautico di Torino.

Il personale comunque residente nel territorio della 28 Squadra Aerea si presenti al Comando della detta Squadra in Padova.

Il personale comunque residente nel territorio della 3° Squadra Aerea si presenti: quello residente nella Città Aperta di Roma ed a Sud di detta città al Comando Aereo di Roma, in Via Libro e Moschetto; il rimanente personale comunque residente nel territorio della 3° Squadra Aerea a Nord di Roma si presenti al Comando della 2° Squadra Aerea di Padova.

Il personale tutto dovrà presentarsi al posto di adunata in uniforme ordinaria con il proprio equipaggiamento. Le per­sone che per qualsiasi motivo si trovano in qualche posto a disposizione delle Autorità tedesche sono comprese nell’attuale assegnazione come facenti parte dell’Aeronautica Italiana comandate temporaneamente presso i Reparti tedeschi.

Il personale della Specialità Caccia che ha risposto al bando del tenente colonnello Falconi viene a far parte dell’Aeronautica Italiana, come pure il personale che ha risposto ai bandi pubblicati dalle Autorità tedesche. Essendo ormai superato il comunicato del 1° ottobre, i Comandi Militari ed i Podestà rilasceranno fogli di viaggio per raggiungere i posti di pre­sentazione, inviando ai Comandi interessati gli elenchi nominativi dei certificati di viaggio rilasciati.

La presentazione del personale ai Comandi succitati deve avvenire dal giorno 18 al 28 ottobre 1943.

         14 ottobre 1943.

             Il Sottosegretario di Stato

            Ernesto Botto

I piloti italiani furono felicissimi di sentire finalmente ordini precisi da un loro superiore dopo tanto sbandamento e disordine.

Il 28 i Tedeschi, comunicarono un ordine di volo per i piloti italiani: trasferire in volo 32 addestratori Ba.25 da Treviso a Bresso ed altri caccia italiani come Cr.42, C.200 e 202 a Gorizia. I Tedeschi ordinarono anche che i velivoli più efficienti venissero trasferiti in Germania dagli italiani, che si rifiutarono categoricamente di obbedire a tale ordine.

Intanto nel gennaio ’44 entrava in azione la A.N.R. l’Ordine di Battaglia era il seguente:

 . . Comandante Aeroporto Velivolo Simbolo
1° Gruppo Caccia

 

Magg. Borgogno

1° Squadriglia

“Larsimont”

Cap. Visconti Campoformido (UD) Mc.205 Asso di Bastoni (ex 53° Gr.)
2° Squadriglia

“Bobba”

Cap. Marinone Campoformido (UD) Mc.205 Vespa

(ex 3° St.)

3° Squadriglia

“Ocarso”

Cap. Calistri Campoformido (UD) Mc.205 Arciere

(ex 1° St.)

Squadrglia AUT

“Montefusco”

Cap. Bonet Torino G.55 .
2° Gruppo Caccia

 

(in fase organizzativa)

1° Squadriglia

“Canepele”

Ten. Drago Bresso G.55 Gigi 3 osei

(ex 150° Gr.)

2° Squadriglia

“Magaldi”

Cap. Bellagambi Bresso G.55 Divolo Rosso

(ex 6° St.)

3° Squadriglia

“Graffer”

Ten. Giannelli Bresso G.55 Gamba di Ferro

(ex 97° Sq.)

1° Gruppo Aerosiluranti

“Buscaglia”

. Ten Col. Faggioni Gorizia S.79 S “B”

(Buscaglia)

1° Gruppo Trasporti . . Golsar (Germana) S.81 .
2° Gruppo Trasporti . . Golsar (Germana) S.82 .

Il battesimo del fuoco per la A.N.R. avvenne il 3 gennaio, dove gli Mc.205 dell’Asso di Bastoni abbatterono tre P.38 americani senza subire perdite.

Il 30 gennaio avvenne un grosso scontro tra le Squadriglie del 1° Gruppo e formazioni di B.24 e P.47.

Gli italiani abbattono 3 P.47 e 2 B.24, a costo di 3 Mc.205 pilotati dal Cap.Marinone, dal Ten. Torchio e dal Sottoten. Cipiciani.

Intanto, benché ammirato da tutta la A.N.R., il colonnello Ernesto Botto è costretto a lasciare il suo posto di Sottosegretario di Stato dell’Aeronautica, scatenando il malcontento tra i reparti; il suo posto verrà preso dal Gen. di Brig. Aerea Enrico Tessari.

Il 10 marzo 7 S.79 del reparto “Buscaglia” effettuano una incursione notturna contro naviglio alleato, affondano un grosso mercantile e ne colpiscono altri. Durante la seguente battaglia contro la caccia notturna, l’S.79 del Ten.Teta precipita in fiamme con il suo equipaggio, gli altri aerei tornano salvi alla base.

Il 14 la stessa azione viene ripetuta ancora vittoriosamente, ma anche in questo caso l’S.79S del ten. Balzarotti viene abbattuto.

 

Il Gruppo Aerosiluranti, costruito a fatica in sei mesi dalla caparbietà del Ten.Col. Faggioni, era dislocato a Gorizia, ma le azioni partivano dalla base-trampolino di Perugia.

Lo stesso Faggioni aveva fatto apportare modifiche agli S.79S: venne aggiunto un cannone da 20mm, venne eliminata la gondola ventrale del puntatore e vennero modificati gli scarichi per azioni notturne.

Essi cominciavano ad essere fastidiosi per il comando alleato; la base di Gorizia fu quindi attaccata e semi-distrutta il 18 marzo da una incursione.

Il duro lavoro di Faggioni e dei suoi uomini fu buttato al vento in pochi minuti.

 

Intanto, il 14,  i piloti del 1° Gruppo intercettano, in collaborazione con i tedeschi, una formazione di B.24 con una nutrita scorta di P.38 “Lightning”. Lo scontro con i caccia è furibondo e 3 P.38 vengono abbattuti, poi i “Veltro” si spostano sui B.24 e ne abbattono 3. Durante la lotta il velivolo del Magg. Zaccaria prende fuoco e precipita, il pilota si butta con il paracadute ma a causa delle gravi ferite atterrerà già morto.

 

Il 26 marzo, avviene uno scontro aereo contro formazioni americane, il Macchi del Ten. Casertini non rientra alla base.

 

Il 28 marzo altri scontri con P.38 e B.24;  il Ten. Saieva colpisce a morte un “Lightning” ma cavarellescamente  lo lascia atterrare senza abbatterlo, nella stessa giornata altri probabili abbattimenti e nessuna perdita.

 

Il 29 marzo, 7 G.55 della squadriglia AUT del Cap. Bonet, intercettano un grosso gruppo di B.17 scortati da P.47. Gli italiani sono in netta inferiorità (circa 1:10) ma riescono a disunire la formazione di bombardieri che si disorienta e non effettua come dovuto il passaggio sulla città.

Durante la missione verrà abbattuto il Cap. Bonet. Il Ten. Jellici per un errore di manovra perde il controllo del suo G.55 e si salva con il paracadute.

Il comando della “Montefusco” viene preso dal Ten. Bjron.

Lo stesso giorno più a est, i caccia delle altre squadriglie continuano a combattere. Capatti è abbattuto, mentre Pittini atterra fuori campo e gli dovette essere amputata una gamba.

 

Il 2 aprile durante uno scontro aereo sull’Istria, i Macchi dei tenenti Marchi e Burei si scontrano in volo, Marchi perde la vita.

 

Il 6 aprile un’altra formazione di B.17 e P.47 si dirige al nord. Li intercettano ancora i caccia dell’unico gruppo da caccia finora disponibile, il 1°.

Lo scontro è anche questa volta violento, gli aerei alleati sono circa 400, mentre gli italiani circa 40. Vengono abbattuti i caccia dei tenenti Lugari e Morosi; da parte alleata le perdite sono elevate, un numero imprecisato di caccia e fortezze volanti.

 

La seconda settimana di aprile è un giorno tragico per la A.N.R.

Il 6, tredici S.79S partono dalla nuova base di Lonate Pozzolo verso Perugia, per una incursione contro navi alleate nella zona di Anzio. Durante il trasferimento vengono intercettati da una decina di P.47 che già in una passata distruggono i 4 trimotori di Albini, Lulli, Cusimano e Fabbri. Gli altri, anche se appesantiti dal siluro, riescono a sfuggire ai caccia e ad atterrare a Forlì, altri ad Arezzo e altri due Firenze.

Molti aerei sono talmente mal ridotti che non sono considerati più riparabili.

Solo dopo quattro giorni, 4 velivoli superstiti ripartono, con in testa Faggioni, per portare a termine la loro disperata missione. Nonostante la forte contraerea, tutti i trimotori mettono a segno il loro siluro. Poi vengono colpiti due aerei, quello di Faggioni, che esplode in aria, e quello di Sponza che riesce ad ammarare. Valerio precipiterà più tardi, a causa dei danni provocati dalla contraerea e del maltempo, ma riuscirà a tenere l’aereo in aria per far salvare il resto del suo equipaggio (si salverà solo il 2° pilota). L’altro S.79S, quello di Bertuzzi, atterra a Lonate pieno di pallottole.

Il Gruppo Aerosiluranti “Buscaglia”, dopo un mese di attività è completamente distrutto.

 

La caccia non è messa meglio avendo perso in tre mesi e mezzo di attività, ben 18 piloti e altrettanti aerei.

In aprile,  vengono persi altri 2 piloti il maresciallo Selvatico e il ten. Bandini.

 

Intanto il 29 aprile inizia la attività bellica del 2° Gruppo Caccia, scontrandosi con formazioni alleate e abbattendo qualche velivolo. Durante la giornata non tornerà alla base il G.55 del ten. Manzitti.

Foto e materiale estratto da ” I RAGAZZI DEL GRUPPO BUSCAGLIA ”
Edito dall’Amico GIANNI BIANCHI